13 novembre 2012

"Each One Reach One to Teach One": intervista a Donald D

Apriamo la settimana con un'intervista inedita a Zulu King Donald D che ci racconta la sua storia artistica e personale come membro di Zulu Nation. Donald vive ormai da tempo in Italia lo avete visto e lo vedrete presto in nostra compagnia. Grazie a Queen Leva57 e ahki Smogone (ora a NYC a rappresentare il chapter italiano allo Zulu Anniversary) per l'intervista. Peace!

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Sono stato colpito dall'Hip Hop alla fine degli anni 70 dopo essere stato testimone di un party di DJ Kool Herc.

Il posto era il 129 Park nel Bronx e vedere queste casse giganti una sopra l'altra, gli amplificatori, le casse piene di vinili e come i 2 giradischi venivano utilizzati era una cosa incredibile per me.

La musica che suonava mi ha ipnotizzato, perché non era la musica che la radio passava ogni giorno, erano canzoni funk con i breaks. Apache degli Incredibile Bongo Band diventò il mio pezzo preferito e dopo aver visto alcuni b-boys ballare anche io iniziai. Il mio amico Dre Ski mi parlò di questa jam con DJ Disco King Mario al 123 Park: quella jam avrebbe poi cambiato il mio percorso nell'Hip Hop. Dopo aver visto Busy Bee Starsky spaccare al microfono smisi di ballare per dedicarmi alle rime. Un mio amico d'infanzia chiamato Easy AD sarebbe diventato il mio compagno di rime e fu così che creammo il nostro gruppo chiamato The As Salaam Brothers anche insieme a DJ Rashid. Il gruppo non durò molto e Easy AD diventò un mc dei Cold Crush Brothers.


C'erano gang come i Black Spades, Peace Makers, Savage Skulls e altre ancora che controllavano le strade di New York, il leader dei Black Spades che sarebbe stato poi conosciuto nel mondo dell'Hip Hop con il nome di DJ Afrika Bambaataa vinse un viaggio in Africa e al suo ritorno nel Bronx aveva una visione diversa della vita, voleva organizzare questi Meeting of the Minds con tutte le gang di strada per convincerli a posare pistole e coltelli per fermare la violenza. L'immagine negativa della periferia poteva adesso essere trasformata in un'immagine più positiva dove la musica era l'ingrediente chiave e la maggiorparte dei membri appartenenti alle gang divennero dj, mc, b-boy e writer e avrebbero poi contribuito alla nascita dell'Hip Hop. Sono diventato successivamente membro della Universal Zulu Nation e feci coppia con DJ Afrika Islam, conosciuto con l'epiteto di "figlio di Bambaataa", e con Dj Jazzy Jay, Dj Superman e gli MC Kid Vicious e El Jay.

Ci conobbero in tutta New York come The Funk Machine, una delle migliori crew della fine degli anni '70. Il contatto diretto con i miei maestri Afrika Bambaataa e Afrika Islam incorporò in me la conoscenza, la saggezza e la comprensione che mi portarono non solo ad essere uno Zulu King ma anche un leader, e sarei stato uno fra i molti che avrebbero avuto un ruolo guida nel grido di battaglia per la pace, l'unità, l'amore e il divertimento di Bam. Diventai anche parte del programma radio Zulu Beat di Afrika Islam dove facevo l'mc che infuocava gli ascoltatori con rime in diretta; tutto questo mi portò a diventare un artista da studio e feci coppia con DJ Chuck ChillOut sotto il nome The B-Boys, poi si aggiunse MC Brother-B. Avremmo così registrato alcuni classici dell'Hip Hop come Two Three Break, Rock The House (une delle voci più campionate della storia della musica), Stick Up Kid, Girls.



Nel 1985 feci un viaggio a Los Angels con Dj Afrika Islam dove conobbi Ice-T e di nuovo, dopo questo incontro, il mio percorso nell'Hip Hop cambiò quando nel 1988 decisi di trasferirmi lì. Volevamo unire alcuni dj, mc, music producer, b-boy e writer della East e della West Coast per formare il collettivo The Rhyme Syndacate. Io fui il primo mc/artista da registrazione conosciuto di New York a creare un ponte che permettesse a molti MCs di New York di colmare il gap fra le 2 coste.

Volevo registrare il mio primo album intitolato Notorious per la Sony e vedendo come il crack stava distruggendo le comunità, gli amici e le famiglie provai a fare qualcosa per provocare un cambiamento attraverso le mie canzoni F.B.I (Free Base Institute) e C.I.A (Crack In America). Le gang di strada erano il problema maggiore a Los Angeles oltre che in altre città della California; il crimine, le droghe erano sempre sui titoli dei giornali. Gli omicidi a causa dei vestiti rossi o blu che indossavano i membri delle gang [crips vs bloods n.d.r.] portarono noi Zulu Kings a formare il chapter della Universal Zulu Nation. Volevamo aiutarli ridirezionando il tempo e la mente dei giovani in progetti più creativi e produttivi. Con i miei fratelli Afrika Islam, Bronx Style Bob, Gordy B, Troy, Caz, Ice-T, Ash, Fareed, WhipperWhip abbiamo portato pace, unità, amore e il divertimento quando aprimmo il Water the Bush Night Club che poi cambiò il nome in “United Nations”. Non c'era solo musica, riguardava molto di più la cultura e l'atmosfera, non c'erano dress codes e la conoscenza che diffondevamo in altre parole non era che l'amore dell'Hip Hop. La porta era aperta ai ricchi, ai poveri, nessun problema di colore o razza, il nostro groove smuoveva il posto e le persone se ne andavano con il sorriso. 

L'Hip Hop mi ha fatto viaggiare in tutto il mondo e questo mi ha portato a conoscere tutti i chapter europei e asiatici della Zulu Nation e a ideare nuovi progetti con i miei Zulu Kings e Queens. Adesso che vivo in Europa sono ancora un membro attivo della cultura Hip Hop e della Zulu Nation, la mia lotta si basa sul portare la vera forma d'arte dell'Hip Hop: insegno le origini della storia dell'Hip Hop nelle scuole, nelle università e nei centri per i giovani e ancora adesso registro e produco musica; ho anche dei progetti in uscita con The B-Boys, Bronx Syndicate con Dynamax, e il mio EP con Lenell Brown. Ho la grazia e la fortuna di essere parte di una grande famiglia che fa musica, arte e danza e che è diventata un fenomeno mondiale. Lo slogan di Donald D sarà sempre:

EACH ONE REACH ONE TO TEACH ONEPeace!

Donald D
[Intervista a cura di Zulu Queen Leva57, traduzione ahki Smogone, 2012]

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